Megliounlibro - il sito del Book Counselling
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Leggere è scegliere. Il meglio da 28 anni

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Il gusto per la letteratura è gusto per la vita

Papa Francesco
VIVA LA POESIA!
Ares, 2025
pp. 224, € 18,50

“La poesia per il Papa è la sintassi dell'azione, che richiede genialità e creatività”.  Nel suo magistero “include il logos poetico e simbolico come parte integrante del suo discorso”. Padre Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l'educazione, seleziona estratti da discorsi, esortazioni, interviste, in cui Papa Francesco si è riferito all’importanza della scrittura poetica.  In apertura un breve autografo in cui afferma che dovremmo “recuperare il gusto per la letteratura nella nostra vita, ma anche nella formazione, altrimenti siamo come un frutto secco”. Scrive il Papa: “Abbiamo bisogno della genialità di un linguaggio nuovo, di storie e immagini potenti, di scrittori, poeti, artisti capaci di gridare al mondo il messaggio evangelico”. Il tutto per ‘toccare’ il cuore dell’uomo contemporaneo affinché si commuova e si apra all’annuncio “e in questo impegno l’apporto che la letteratura e la poesia possono offrire è di ineguagliabile valore”. 
Laura Prinetti

 

La nostra umanità non si forma senza un contatto diretto con le storie raccontate. Abbiamo sviluppato una formazione troppo concettuale perché possa reggere il confronto con l’esperienza: abbiamo perso le parole e ripetiamo le formule”. Papa Francesco

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Bambino digitale e bambino lettore, una sfida educativa urgente

Dati e riflessioni al ritorno dalla Fiera del Libro per ragazzi

di Ayleen Pineda

Bologna, 4 aprile - Alla Bologna Children’s Book Fair 2025 si celebrano gli anniversari di due famosi personaggi che hanno fatto la storia della letteratura per ragazzi, 50 anni dalla nascita della Pimpa e 80 dalla mitica Pippi Calzelunghe.  Due classici intramontabili che ancora continuano ad essere letti e apprezzati e lo saranno anche dalle future generazioni.
Questo sguardo al passato ci aiuta a confrontare le attuali abitudini dei giovanissimi e non può lasciarci indifferenti la flessione al ribasso del tempo che essi attualmente dedicano alla lettura. L’AIE, Associazione Editori Italiani, ha presentato in Fiera alcuni dati mettendo a confronto le ore che i bambini nella fascia 0/14 anni dedicano alla lettura rispetto a quelle trascorse sugli schermi digitali. Alla lettura dedicano 1 ora e 55 minuti settimanali e ben 7 ore e sei minuti al tablet o allo smartphone. Nella fascia da 10/14  la forbice si amplia arrivando a 1 ora e 43 minuti di lettura contro 10 ore e 28 minuti sui supporti multimediali (Fonte: AIE per la BCBF, marzo 2025).


I dati non hanno lasciato indifferenti gli editori, spingendoli a trovare nuove strategie per attirare più lettori cercando di trasformare questa flessione in opportunità di crescita puntando sulla qualità dell’offerta a partire dalle fasce più basse d'età.
Non si tratta soltanto di sollevare le vendite ma di prendere consapevolezza che certi prodotti, se fatti a regola d’arte, nelle mani del bambino sono un ottimo strumento per aiutarlo a crescere, molto più valido di smartphone o tablet.  Lo affermano più studi realizzati in diverse parti del mondo, in particolare negli Stati Uniti, che constatano come la lettura abbia nei bambini molti più effetti positivi a livello neuronale ed emotivo rispetto all’uso di schermi digitali.
Sempre gli stessi studi dichiarano che il cervello del bambino che legge ha una configurazione diversa in positivo, riesce a elaborare un maggior numero di collegamenti neuronali, ha un’organizzazione mentale più strutturata, sviluppa un cervello più plastico evidenziando anche una maggior capacità di relazionarsi con gli altri. Su quest'ultimo aspetto è interessante sottolineare come il “bambino digitale” tenda a isolarsi depotenziando l'autorità dell'adulto e con il tempo rinunci all'attaccamento emotivo, cosa che non succede al bambino lettore. 


Gli specialisti hanno individuato nel periodo cosiddetto dei "1000 giorni", che inizia dalla nascita, un'epoca d'oro. Un tempo dove qualunque cosa il bambino impari metterà le radici che supporteranno tutto l'impianto dell'apprendimento futuro. Ed è a questa fascia d’età che le case editrici puntano per attirare nuovi clienti proponendo un’ampia gamma di prodotti di qualità dove le immagini e il linguaggio visivo sappiano trasmettere emozioni e divertimento che poi possano dare origine all’abito della lettura.
Lo abbiamo potuto costatare in Fiera osservando la vastissima offerta di Albi dove la cura per il linguaggio visivo attraverso le illustrazioni è un fattore determinante per vincere la sfida con il digitale.

 

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Cronaca illustrata dalla Bologna Children's Book Fair

Dedicato a chi non conosce "il muro degli illustratori"

di Giulia Ausilio
Non può che suscitare la meraviglia del fanciullino che c'è in noi un evento come la Bologna Children’s Book Fair, con la sua atmosfera specialissima caratterizzata da uno stretto legame con l’infanzia. 
Appena entrati a questa manifestazione di rilievo mondiale ci si immerge nella sua dimensione figurativa attraverso un muro. Proprio così, un muro lungo decine di metri, sul quale disegni, bozzetti e contatti di illustratori esordienti si sommano formando una costellazione di pura arte. Il muro incarna l’essenza della fiera per addetti ai lavori: un luogo che offre l’occasione di scoprire e immergersi nelle novità del mercato editoriale. Dopo quello delle immagini - ogni anno si nomina il vincitore per la migliore illustrazione - seguono i padiglioni che ospitano case editrici da tutto il mondo. 
L’ambiente internazionale dà la possibilità di relazionarsi con realtà e stili nuovi, fonte di talmente tanti stimoli chw ci si potrebbe perdere per giorni interi. Oltre agli stand espositivi la Fiera ospita continue convention, con l’obiettivo di raccontare la situazione attuale e le nuove sfide per il mercato editoriale; tra queste l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, che preoccupa i professionisti del settore. Anche Megliounlibro era presente a questo panel: ”Uso dell’AI e delle tecniche tradizionali per le illustrazioni degli albi”.
Gli incontri sono stati anche occasione di festa, come quello per i 35 anni di una collana Mondadori, dove hanno presentato “Leggere le figure. Per leggere il mondo”: una raccolta dei titoli e degli illustratori più amati della storica collana. La presentazione è stata accompagnata da aneddoti curiosi, come quando si è appreso che una semplice parola come “mud” nelle traduzioni di libri per l’infanzia può creare incredibile scompiglio. Infatti, si potrebbe pensare erroneamente che sia uguale utilizzare “fango” o “melma”, ma vi assicuriamo che, dopo aver assistito alla spiegazione di come anche i suoni influenzino le traduzioni, non sarete più di quest’idea. 
Partecipare alla Fiera è un’esperienza entusiasmante perché pone a contatto con un mondo dinamico e in mutamento, che non perde però il contatto con la tradizione, insegnando e ammaliando chi lo guarda.

 

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Anche un solo libro può dare la scossa

Editoriale 109, primavera 2025

Serve una certa dose di coraggio per sostenere, nel disorientamento generale che ci circonda, che sia necessario continuare comunque a formarsi, informarsi dalle fonti opportune e coltivare, sarà pure una ridondanza, una cultura di qualità. Se Megliounlibro va avanti anche nel 2025 è perché ci crediamo davvero: anche solo un libro azzeccato può dare la scossa per cambiare, smuovere, commuovere, creare circoli virtuosi. E’ innegabile, il mondo è inzuppato in problematiche inimmaginabili anche solo un anno fa: geopolitica nel caos, guerre alle porte, Intelligenza Artificiale generativa che… genera anche problemi a livello professionale, educativo, cognitivo, trasversale. Cerchiamo un filo di luce anche in chi studia questi dilemmi e scrive proposte.

Noi tra poco compiremo 28 anni di convinzione: andare controcorrente (il nostro nome basta) a lungo andare rivela un urto con il reale ricco di chiaroscuri e potenzialità. Pensate: quante persone lavorano, e non solo in Italia, per lucidare i luoghi della cultura, dell’istruzione, della formazione? A noi interessano proprio tutti: biblioteche, librerie, cartolibrerie, scuole, famiglie, collegi universitari, là dove si sa che la mente umana può essere impregnata di bellezza. E così si seminano anticorpi davanti all’omologazione del pensiero, si forma il cittadino libero di un Paese autenticamente democratico. I libri di qualità servono anche questo, ad accrescere la libertà di ciascuno (che ci è stata conquistata a caro prezzo).

Leggete “Evviva la poesia”, il titolo che racchiude estratti da discorsi e scritti di Papa Francesco sull’essenza della pratica della lettura, delineando il vasto panorama degli autori che hanno accompagnato la sua educazione, sin da giovane, da Dante a Dostoevskij, da Virgilio a Borges, Tolkien e altri. “Dobbiamo recuperare il gusto per la letteratura nella nostra vita, ma anche nella formazione altrimenti siamo come un frutto secco. La poesia ci aiuta tutti a essere umani, e oggi ne abbiamo tanto bisogno”.

Oltre a raccolte di poesie, su Megliounlibro 109 troverete romanzi che parlano di biblioteche e librerie, storie di sofferenza (la realtà va conosciuta e affrontata), scritture dalla potenza creatrice, saggi sulla contemporaneità (IA e Media Education), storie del costume e della moda, biografie (molto apprezzate dai nostri lettori), attualità e arte. Ricca e fresca di stampa la carrellata per i più giovani, dal fantasy allo sfondo storico. Cerchiamo come sempre di assecondare tutti i generi e i gusti e superiamo ogni record con più di 50 titoli in un colpo solo. Voi per favore fateci conoscere nel vostro ambiente e rinnovateci la fiducia. Non lasciamo che la cultura di qualità resti una Cenerentola…


Buona lettura,
Laura Prinetti 

 

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Festival SOUL: incontro con David Grossman

LA FIDUCIA FRAGILE     
Lo scrittore David Grossman dialoga con Alessandro Zaccuri


"Sono così grato per questo invito speciale che mi riporta in Italia, perché essere oggetto di fiducia o avere fiducia è una cosa decisamente buona, ma anche molto rara nel mio Paese, perché oggi in Israele dominano la rabbia, la violenza, il razzismo. Quando capita una cosa buona, uno si accorge di che cosa è stato privato".

Letto e apprezzato in tutto il mondo, David Grossman, uno dei maggiori protagonisti della cultura contemporanea, esplora da sempre il confine mobile che la fiducia traccia all’interno dei conflitti. Di questo è stato chiamato a parlare a una marea di studenti per l'inaugurazione del Festival Soul. Di libro in libro, senza distogliere l’attenzione dalla drammatica situazione del Medio Oriente, ha affinato la capacità di guardare la realtà "con gli occhi del nemico", come recita il titolo di una sua celebre raccolta di saggi.

In dialogo con Alessandro Zaccuri, direttore Comunicazione dell’Università Cattolica, torna a interrogarsi sulla necessità della fiducia nel tempo dello scontro e della diffidenza.

"Se si riesce ad arrestare il sospetto e a superare stereotipi e generalizzazioni, diventa più facile coltivare la gentilezza", dice Grossman. Un incontro che non dimenticheremo, nell'Aula Magna gremita come non mai, in largo Gemelli.

 

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Brucia l'origine: lo scrittore Daniele Mencarelli con i giovani in università

di Valentina Crespi


“Lo scrittore è colui che bussa alla vita di un altro essere umano e chiede permesso. Se il permesso gli viene accordato, inizia l’ospitalità, in cui l’ospite è colui che porta in dono un romanzo”. È così che il noto autore Daniele Mencarelli ha varcato la soglia dell’Università Cattolica di Milano: bussando ai tanti giovani accorsi per la presentazione della sua nuova opera Brucia l’origine
Il protagonista è Gabriele Bilancini che, cresciuto nel quartiere Tuscolano di Roma, approda a Milano, dove diventa uno dei designer più quotati al mondo. Ma arriva il momento di tornare a casa… e tutto inizia a sembrargli soffocante. ‘Brucia l’origine’ diventa allora “un imperativo a cui manca il punto esclamativo”. Brucia l’origine! se questo ti porterà benessere, ricordando però sempre che la combustione è l’innesco, ma può anche incendiare. Allora Mencarelli ci incoraggia a non confondere il brutto di un quartiere con quello delle persone che lo abitano: “Noi dobbiamo ribaltare l’assunto della realtà da maligna a benigna”, dobbiamo smettere di trovare nell’altro il nemico, perché il male è figlio della paura verso l’alterità. 
Il dialogo tra lui e i giovani si snoda su diversi temi: la realtà del quartiere, la contrapposizione Roma-Milano, ma anche l’amore come motore e la felicità come mèta forse raggiungibile forse no. Mencarelli ne è convinto: solo quando diventiamo consapevoli della nostra caducità iniziamo a vivere davvero.

Segue la recensione sul prossimo numero di Megliounlibro...

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Q15, Agatha Christie, regina del giallo inglese. Il primo speciale della primavera

EDITORIALE Q15

“Miss Marple e Poirot. C’è gente che continua a scrivermi, proponendomi di farli incontrare. E perché poi? Sono convinta che non si divertirebbero affatto. Quell’egocentrico di Poirot non gradirebbe di farsi dare delle lezioni da un’anziana zitella come Miss Marple”.
Agatha Christie, La mia vita

Di lei spesso conosciamo solo due o tre opere e pochi sanno invece che la sua produzione ne annovera addirittura un centinaio. Si tratta di romanzi, racconti e opere teatrali dalla trama sempre diversificata e intrigante. Ogni suo scritto porta in un mondo lontano, ricco di emozioni d’altri tempi e costumi. E' un piacere da provare quello di immergersi in quegli scenari. La vita stessa di Agatha Christie è stata come un formidabile romanzo dalle sfumature gialle che ha attraversato un’epoca (1890-1976) lasciando l’impronta di una donna libera e fuori da ogni schema. Difficile non immaginarla mentre rammenta le avventure vissute e, tornata nel suo studio, costruisce il meccanismo della finzione per raccontarle. Certo, per addentrarsi nella lettura occorrono concentrazione e un bel lavoro di analisi, solo così se ne potranno cogliere i trucchi restandone catturati fino al finale, sempre sorprendente.
Così si spiega e si motiva l’idea che qui presentiamo, Agatha Christie, la regina del giallo inglese, che nasce in conclusione di un progetto di Pcto, Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento, con alcuni studenti del triennio liceale.

Il progetto “Scrivere le notizie: dalla cronaca alla cultura” si inserisce tra
i Pcto avviati dall’Università Cattolica per gli istituti superiori. L’obiettivo principale è introdurre i ragazzi ai linguaggi del giornalismo e farli cimentare in prove pratiche, rendendoli più consapevoli del contesto e dei target, per orientarsi meglio nel mondo dei media. 
Abbiamo visto insieme come nasce una notizia e quali sono le fonti per poi osservare le tecniche di scrittura, prima per l’articolo di cronaca (su questo ha offerto degli input anche la testimonianza della cronista di un quotidiano nazionale) poi nello specifico per la recensione bibliografica. 

Il desiderio è stato sin dall’inizio quello di realizzare un vero prodotto editoriale. Così già nelle precedenti edizioni del Pcto è nata l’idea di creare una partnership con Megliounlibro, il magazine della non profit Il Segnalibro Book Counselling Service, e preparare uno speciale. Quaderni 15 si presenta dunque come supplemento al numero della primavera 2025.

Ogni studente è stato invitato a cercare un’opera, a leggerla con attenzione, a scrivere una recensione cercando di avvicinare alla lettura creando interesse. Hanno avuto l’opportunità di lavorare come veri giornalisti. Il risultato è questa carrellata di gialli. Troverete la copertina dell’edizione più recente. Per tutti i gusti. 

Buona lettura!   
Laura Prinetti
 

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"Il Duomo. Un romanzo mai scritto". Megliounlibro alla presentazione

di Gianna Bongiorni

Milano, febbraio 2025 - In quello spazio suggestivo che è l’Archivio Rachele Bianchi (nota scultrice milanese), in via Legnano 14, lo scrittore Renato Ghezzi ha presentato la sua ultima opera, a metà fra la Storia e l’invenzione, dal titolo Il Duomo. Un romanzo mai scritto, Meravigli edizioni.

L’autore ne ha ripercorso rapidamente le parti salienti, ma soprattutto ha raccontato come il Duomo abbia sempre esercitato su di lui un fascino speciale, a partire da quando era piccolissimo e, affacciandosi al balcone della sua casa, scorgeva “la grande montagna bianca, tutta a punte”. Da lì, il suo grande amore per il Duomo, che poi si respira in tutto il romanzo. Oggi tutti lo apprezzano come "ottava meraviglia del mondo".

La nostra redazione ha partecipato alla presentazione: presto anche la recensione su Megliounlibro 109, primavera 2025.

 

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Q14: Reportage, giornalisti sul campo

EDITORIALE Q14

Che cos’ è il giornalismo? Quali sono le caratteristiche che distinguono un “buon giornalista”? Per rispondere basterebbe attingere alle motivazioni che portano una persona ad intraprendere questo “mestiere”. E vi si trova in primis il desiderio di essere testimone, per gli altri, di eventi o situazioni a cui non possono essere presenti. E di raccontarli con la massima trasparenza e onestà intellettuale possibili. Testimoni del tempo, per spiegare la realtà agli altri, per riuscire a decodificarla con maggior consapevolezza.

Che sia ancora possibile fare un giornalismo così, malgrado la marea di problematiche dell’oggi e di ieri e la diffusione di nuove pratiche, dipende dalla deontologia e dalla professionalità di ciascuno…
Quante esperienze condivise, quanti viaggi, quanti fatti sono stati vissuti in prima persona e poi raccontati ai lettori/telespettatori... Oggi però non sono più così frequenti perchè spesso i cronisti stanno seduti in redazione, per mille motivi, a partire dall’economia delle testate.

Per questo con alcuni studenti del Laboratorio di “Newsmaking: scrivere le notizie”, della facoltà di Linguaggi dei Media dell’Università Cattolica, siamo andati a caccia di quei giornalisti che ancora si dedicano a veri e propri reportage. Si alzano, vanno… e raccontano. E così abbiamo scoperto che ce ne sono ancora! Come ha detto Papa Francesco in uno dei messaggi per la Giornata delle Comunicazioni sociali, servono “giornalisti disposti a consumare le suole delle scarpe”, a uscire dalle redazioni, a camminare per le città, a incontrare le persone, a verificare le situazioni in cui si vive nel nostro tempo. E che sappiano davvero, “ascoltare, approfondire, raccontare”. Ovviamente prima attingono alle fonti più accreditate, le vagliano con criterio e si fermano per raccogliere le idee. E questo è già molto…


In questo speciale troverete quindi i reportage di una dozzina di grandi reporter. Si tratta di professionisti di tutto il mondo ma a noi molto vicini, per le tematiche toccate. Inviati di guerra, cronisti sportivi, esperti di esteri: sono persone che hanno saputo e sanno ancora offrire uno sguardo sul mondo scevro da ideologie e imbevuto di realtà. Hanno fatto tutti la Storia del giornalismo recente, con “penne” raffinate e con approcci diversi.

E in fondo chiediamoci anche noi: Perché ci interessano le notizie, ogni giorno? Siamo guidati come utenti dal desiderio di allargare la mente sulla realtà in cui viviamo, sempre così sfaccettata, talora complicata da capire, sempre affascinante. E allora: buona lettura.
Laura Prinetti
 

IL MIO STAGE CON LA REDAZIONE DI MEGLIOUNLIBRO

di Valentina Crespi (studentessa facoltà di Linguaggi dei Media, Università Cattolica)

Ci sono momenti nella vita in cui si fatica a trovare una direzione. Lo so perché io stessa, alla soglia dei 22 anni, ancora non ci sono riuscita. Ho passato ore a lambiccarmi sul mio futuro: quale lavoro mi piacerebbe? Quale a lungo andare mi darebbe più soddisfazioni? Inutile dire che queste riflessioni si sono rivelate poco proficue. Succede quando ci si osserva dall’esterno, come un caso di studio, privilegiando la razionalità e l’oggettività a discapito del proprio sentire.


Durante questi mesi di stage con Megliounlibro ho letto libri per ogni età, espresso i miei pensieri a riguardo, partecipato ad eventi come Bookcity Milano e conosciuto una scrittrice come Rosangela Percoco. È stato un periodo ricco che mi ha aperto la strada ad una nuova e importante consapevolezza: a volte la soluzione consiste nel pensare di meno e nel fare di più, perché non esiste conoscenza di sé e del mondo che non passi per l’esperienza. Bisogna mettere le mani in pasta per capirsi. E così è stato: ripartendo dalla mia passione per la lettura e per la scrittura ho ritrovato me stessa e ciò che mi fa stare bene. Mi sono messa in gioco e poi in discussione, ho acquisito più consapevolezza delle mie capacità e anche delle mie difficoltà, che la professoressa Prinetti ha avuto modo di notare e desiderio di affrontare con me. A lei va un ringraziamento particolare per la possibilità e la fiducia che mi sono state offerte.

Ad oggi mentirei se dicessi che ho le idee chiare su ciò che sarò e su ciò che mi attende e forse avere già la risposta adesso mi priverebbe di una preziosa incertezza, ma dopo Megliounlibro so che lo scoprirò lungo il cammino, un passo alla volta, attraverso esperienze come questa.
Grazie Megliounlibro! Sei l’intreccio di storie, volti e voci di cui si parla nei libri.

 

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Le stagioni della felicità. Premio Megliounlibro 2024

di Valentina Crespi

C’è chi nei libri cerca risposte, chi spensieratezza e chi un po’ di sé. Tutti vi cercano un pezzo di vita. A parte questo tutto bene non si prefigge l’obiettivo di rispondere ad alcuna domanda, la stessa Rosangela Percoco se ne dichiara incapace come chiunque altro. Ciò in cui un buon libro può riuscire è nel far sentire ognuno di noi compreso: è incredibile pensare come ciascuno sia incomparabile e al tempo stesso simile ad ogni altra persona.

Tutti ci nutriamo delle stesse emozioni, tutti gioiamo di un buon risultato, frutto di intenso lavoro, e tutti sappiamo commuoverci. E’ ciò che è accaduto all’autrice, a cui l’intera sala ha rivolto le sue sincere congratulazioni.

Megliounlibro ha premiato la Percoco non solo perché ha saputo raccontarsi, ma soprattutto perché ha saputo raccontare di quel “tutti”, di qualcosa di universale, riempiendo il Salone degli Affreschi di aria pura, fatta di amore per la vita e per la letteratura.

Un messaggio di speranza e dedizione. Un dono per ciascuno dei presenti da portare con sé, insieme magari a un nuovo libro.

 

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Un Premio, una Fiera e 51 titoli per Natale

Editoriale 108, inverno 2024

Sono stati letteralmente esplosivi gli ultimi mesi di Megliounlibro. Prima il Premio Letterario 2024, poi la Fiera Big Buyer, a Milano, dove abbiamo partecipato al convegno Scuola, con Federcatolai e il Ministero dell’Istruzione - “Strumenti per l’inclusione scolastica” - portando la nostra proposta di bellezza nel settore educativo.  E ora il numero dell’inverno, che vi presentiamo con una foliazione e una densità di proposte mai viste prima.

La prima parola che ci viene è GRAZIE a ciascuno di voi che (in un modo o nell'altro) ci avete sostenuto fino ad oggi.

La Cerimonia del Premio Letterario Megliounlibro, nel magnifico Salone degli Affreschi della Società Umanitaria e nell’ambito di BookCity Milano, è stata indimenticabile. Intanto la cornice, con dipinti di scuola leonardesca che ci hanno regalato un'atmosfera spettacolare, ma poi perché ciascuno di voi ha contribuito ad arrivarci, anche chi non è riuscito a venire, chi ci ha pensato intensamente, chi ha collaborato, da vicino o da lontano, alla riuscita strepitosa dell'evento. La Sala era stracolma e qualcuno è rimasto addirittura in piedi. E' il risultato del lavoro di anni, di chi crede nel progetto della lettura che porti bellezza, e i nostri lettori hanno ricambiato con un segno d'affetto decisamente tangibile. 
Sul nostro canale Megliounlibro YouTube trovate il video integrale. 

Vi arriva anche un estratto di quanto ci ha scritto la vincitrice del Premio Letterario 2024, sezione Narrativa, con il romanzo A parte questo tutto bene (che riproponiamo nelle pagine interne). Ecco il grazie di Rosangela Percoco:
Tra i numerosi messaggi che ho ricevuto, ne condivido uno con tutti voi che avete contribuito al successo di quel pomeriggio.
"...non ultima l'atmosfera di questo evento: si respirava tutto l'ottimismo di chi ama la vita anche quando ci presenta situazioni scomode. Per merito tuo siamo stati premiati anche tutti noi insieme a te". 

Ora avete in mano Megliounlibro 108 dell'inverno, straripante di idee e titoli da regalare o leggere. Vi chiediamo lo sforzo di lanciarvi nella diffusione: sarebbe prezioso consigliare ad amici/parenti di abbonarsi o regalare l'abbonamento a Megliounlibro per Natale. Regalo più bello non c'è! Si tratta di circa 300 titoli all’anno, tutti doc come il miglior vino… La scheda di adesione si trova sul sito, e per chi aderisce entro dicembre c'è un omaggio in più. 

Correte a rinnovarci la fiducia, le sorprese non finiscono qui...
Buone Feste,

Laura Prinetti
 

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Il disagio dei giovani richiede risposte concrete. Intervista a Simone Feder

di Marco Bertola

Simone Feder è educatore, psicologo, responsabile delle strutture terapeutiche della Casa del giovane di Pavia, tra i fondatori del movimento No slot, animatore dei volontari che agiscono ai margini della piazza di spaccio di Rogoredo, alle porte di Milano. In Alice e le regole del bosco (Mondadori) racconta di quel luogo attraverso la testimonianza di una protagonista. Pubblichiamo dei brani dell’intervista rilasciata al giornalista Marco Bertola, nostro collaboratore, per la trasmissione “Radio-grafie. L’informazione ai Raggi X”, su Radio Mater. La registrazione integrale è disponibile su Megliounlibro YouTube.


Dott. Feder, come si arriva al Bosco da tossicodipendenti e perché ci è arrivato invece lei a “cercare” proprio quelle persone?
Quello che io definisco un “non luogo” è un bosco dove molti giovani, purtroppo, ma anche non giovani, rischiano di perdersi: vanno a cercare la soddisfazione per un bisogno che però li attanaglia fino a rischiare la vita. In questa società del nulla molti giovani non trovano risposte, di ascolto e quant'altro, e spesso la droga è un riempitivo. Da 40 anni lavoro alla “Casa del giovane”, mi occupo proprio di disagio. Oggi la dipendenza da sostanze o non sostanze, come potrebbe essere il gioco d'azzardo, è la punta dell'iceberg, ma c’è tanto altro disagio giovanile: i gesti di autolesionismo, la carica di aggressività, di rabbia che molti manifestano, ma anche i disturbi dell’alimentazione, gli attacchi di panico… E’ l'iceberg di oggi. E allora un giorno arriva a casa mia figlia, che passava dalla stazione Rogoredo per andare all’università e mi dice: “papà, ma hai visto che cosa c'è lì?”… Sono andato a vedere: e oggi sono 7 anni di presenza lì, al bosco. Ho visto una miriade di persone, soprattutto ragazzi che si recavano proprio in quel bosco, in questa metropoli milanese, quel luogo della perdizione intriso della sofferenza di tanti, tossicodipendenti di ogni ceto, e intriso delle sofferenze di tante famiglie. Pensate ai genitori che ci contattano per chiederci di sentire, per sapere dei loro figli, se sono ancora vivi… Ecco, è questo lavoro duro, complesso, che si cerca di fare con l’aiuto di tanti volontari.


In che cosa consiste la vostra presenza?
Portiamo qualcosa da mangiare e da bere – ci aiutano anche delle realtà commerciali della zona – per sfamare quelle persone, d’inverno offriamo del tè caldo, raccogliamo e portiamo vestiti perché molti non hanno più niente. Ma soprattutto ci ricordiamo di loro: pensate che c'è gente che da anni non è neanche chiamata per nome, a cui nessuno stringe la mano… gente che non è amata da nessuno. E allora, oltre all'aiuto materiale, cerchiamo di portare appunto noi stessi. E’ come se, in quelle vie, da una parte ci fossero gli umani e dall'altra i fantasmi e noi in mezzo, siamo diventati pietre d'inciampo, abbiamo permesso ai fantasmi di guardare gli umani e viceversa e da lì ci si è interrogati, da lì abbiamo iniziato ad aiutarlia riprendersi in mano la vita. Anche i giovani che accogliamo nelle nostre comunità un tempo li aspettavi, oggi li devi andare a prendere!


Un'osservazione che si sarà sentito rivolgere: non c'è il rischio di un atteggiamento, mi passi il termine, un po’ “buonista”?
Ho in mente un ragazzo al quale dicevo continuamente “ti do una mano, ti porto in comunità…”. Dopo 4 anni è venuto, ma ancora dopo un mese si confidava con un’educatrice: ”ci vuole del tempo per fidarmi di te”. Oggi mi è chiaro che i loro tempi non sono i tempi nostri e per “stare” in questo disagio devi avere uno sguardo che sia più verticale perchè se sei nella orizzontalità a volte non trovi risposte, magari vivi anche la frustrazione, ma perché sei su una sfera umana. Ecco, i tempi Suoi non sono i nostri quindi non è tanto un'attesa di comodo, buonista, ma è un'attesa di vera carità: poi l'altro ti si avvicina. Questo è ciò che con i volontari cerchiamo di fare, l'esserci permette di far accendere in loro qualcosa con la parte bella, nascosta: e mi sento di dire che quella è la parte di Dio.
La storia di Alice per me è stata una bussola che mi ha permesso di toccare con mano e anche riposizionare molte cose sul mondo del disagio. Mi ha radicato dentro anche la consapevolezza che nessuno è irrecuperabile, che uscire da questo inferno, da questa disperazione, è possibile perché non può vincere. E si fa fatica, però il disagio giovanile, i bisogni che oggi si porta dietro dobbiamo davvero imparare a leggerli e per farlo bisogna essere prima uomini e poi specialisti: ecco io non vado come lo psicologo, l'educatore, quello che ha fatto corsi di criminologia… Al bosco vado perché sono un uomo e nell’altro che incontro cerco sempre di vedere una persona a me cara anche perché oggi è lui, e domani… se non metti in giro la cultura di una società attenta alle persone, che cosa ci ritroviamo? Oggi vivere il Padre nostro, dire “venga il tuo Regno” vuol dire proprio questo: entrare in queste terre esistenziali, dove abita la disperazione, e la incontri, anche sulle strade dell'indifferenza.
Che bello il capitolo della “Fratelli tutti” dove il Papa parla di indifferenza… Ecco lì incontri proprio le persone e la disperazione che abita in questa strada di indifferenza e stringi queste mani e abbracci questo malessere, con quella delicatezza che deve essere senza giudizi, e lì si accende nell'altro qualcosa che lo spinge a riappropriarsi della vita. Allora anche per entrare in questo mondo oggi c'è davvero bisogno – lo sto gridando ovunque – di un cambio di paradigma: dobbiamo uscire dai nostri ambulatori, dalle comunità, dagli studi, dalle strutture, bisogna andarli a prendere. C'è bisogno di salvarli, di creare e sviluppare davvero nuovi modelli di intervento, dobbiamo essere operatori in strada.


(estratto dall'intervista concessa a Marco Bertola per Radio-Grafie)

 

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